Latina, paura per il Covid-19: protesta pacifica dei detenuti

Colloquio tra la direttrice del carcere e il Garante Anastasìa. “Chiedono di abbassare l’affollamento”.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Colloquio tra la direttrice del carcere e il Garante Anastasìa. “Chiedono di abbassare l’affollamento”.

Martellano le sbarre con oggetti metallici. Le urla e i fischi si sentono dalla strada. Da alcuni giorni i detenuti della casa circondariale di via Aspromonte a Latina protestano pacificamente, per chiedere che sia diminuito il numero dei detenuti per ogni cella. Il tasso di affollamento è pari al 196 per cento. Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dad) al 31 ottobre 2020, la capienza regolamentare è di 77 posti. I detenuti invece sono quasi il doppio, 155. Con questi numeri, il carcere di Latina è tra i più affollati in Italia.

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Lazio, Stefano Anastasìa, ha avuto un colloquio telefonico con la direttrice della struttura, Nadia Fontana. “Il problema principale .- ha dichiarato Anastasìa al quotidiano Latina Oggi – è legato al rischio di diffusione del Covid all’interno del carcere. Ci troviamo davanti ad una manifestazione che non ha portato a disordini, i detenuti si limitano a battere contro le sbarre per far sentire la loro voce contro il pericolo concreto di contrarre il virus. Sperano in alternative al carcere. E io con loro, anche in misura e con modalità più incisive di quelle disposte dal Governo con il decreto Ristori”.

Si apprende da Latina Oggi che un detenuto e un agente sarebbero risultati positivi. Poi si sarebbero negativizzati, ma i timori dei detenuti e delle famiglie sono aumentati, al punto che molti parenti hanno chiesto ai difensori di rinnovare le istanze di scarcerazione per incompatibilità con l’attuale situazione carceraria. Nelle celle c’è un numero di detenuti che varia da due a quattro unità. Con le nuove regole dell’emergenza pandemica sono stati ridotti al minimo i contatti esterni, sia per quanto riguarda i colloqui con i familiari che con gli avvocati difensori. Resta la necessità di tenere alte tutte le precauzioni e il rispetto delle regole per il personale che è in servizio nella casa circondariale, dunque gli agenti della polizia penitenziaria e il personale sanitario inserito nell’organico. Per ridurre il numero dei detenuti sono necessari provvedimenti giudiziari sulla base delle istanze e delle condizioni specifiche oggettive di ciascuno dei presenti all’interno della struttura. Appare difficile, se non impossibile, un trasferimento ad altro carcere poiché la situazione  di sovrannumero è diffusa praticamente in tutte le carceri italiane anche se non con il tasso che si registra a Latina, che è appunto tra i più alti del Paese.

“Stiamo cercando di monitorare la situazione in tutte le strutture del Lazio – dice ancora il Garante – e come già ricordato tante volte è necessario intervenire con provvedimenti deflattivi a tutela delle persone detenute”. Sui detenuti con problemi di salute incompatibili con il regime di restrizione in carcere si è già intervenuti, ma quanto accaduto in primavera con la scarcerazione di detenuti eccellenti accusati di reati gravissimi ha inciso sul via libera a misure più ampie di remissione in libertà o commutazione del carcere in arresti domiciliari, dove previsto dalla legge e dai decreti.

Come si legge in una scheda realizzata dall’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale Antigone, l’edificio non versa in pessime condizioni strutturali, ma sconta tutte le problematiche relative alla sua costruzione, risalente al 1931 e al suo essere stato pensato esclusivamente come carcere giudiziario, costruito contestualmente al Tribunale. Inserito nel contesto urbano non può crescere in grandezza in quanto circondato da palazzine. Il teatro e la cappella, nel maschile, condividono lo stesso spazio, nella zona dove si trova l’infermeria.

Nell’alta sicurezza femminile in un’unica stanza, senza finestre che danno sull’esterno, si svolgono lezioni scolastiche, attività formative, come la ceramica, e attività fisiche grazie a qualche attrezzo per la palestra.  Anche gli spazi all’aperto per i passeggi sono piccoli, sia nella media sicurezza maschile che nell’alta sicurezza femminile. I campi sportivi condividono gli spazi con i passeggi. Non vi sono aree per la socialità in nessuna delle quattro sezioni maschili. I più sacrificati sono senza dubbio i protetti che non possono muoversi dalla propria sezione. La sezione nuovi giunti sempre nel maschile è senza dubbio quella che versa in condizioni strutturali più critiche, con presenza di umidità che risale dal terreno. ll Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà, Stefano Anastasia, ha visitato il carcere di Latina lo scorso giugno, constatando che per i colloqui con i familiari, che dal 19 maggio sono nuovamente consentiti, sono state attrezzate due sale per un totale di sei postazioni, scarsamente richieste per le limitazioni imposte alle loro modalità di svolgimento. I colloqui sostitutivi sono possibili tramite smartphone e skipe.