Osservatorio sulla sanità penitenziaria, prima riunione con la nuova amministrazione regionale

Il Garante Anastasìa ha ribadito le criticità e le raccomandazioni contenute nella relazione annuale presentata alla Giunta e al Consiglio regionale nel luglio scorso

Mercoledì 10 gennaio il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, ha partecipato alla riunione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria della Regione Lazio, convocata dalla direzione regionale Sanità. Ha aperto i lavori il dirigente regionale   dell’area   rete   integrata   del territorio, Marco Nuti. Alla riunione hanno partecipato la  dirigente dell’ufficio salute mentale, dipendenze e minori, Ancona Vincenzino, la referente della Sanità penitenziaria e Rems della Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria Antonia Tarantino, il commissario straordinario della Asl Rm 1, Giuseppe Quintavalle, rappresentante regionale al tavolo nazionale di consultazione permanente sulla sanità penitenziaria, i responsabili della sanità penitenziaria delle asl del lazio,  il   Provveditore   dell’amministrazione   penitenziaria   per  il Lazio (Prap), l’Abruzzo e il Molise, Maurizio  Veneziano,  accompagnato dal dirigente  area  detenuti. Claudio Marchiandi, la responsabile del Centro giustizia minorile per il Lazio, Anna Maria Santoli, il magistrato Marco Patarnello, in rappresentanza del Tribunale di sorveglianza.

Nel corso della riunione è stata ribadita la necessità dell’approvazione da parte di tutte le asl della carta dei servizi ed è stato portato all’attenzione dell’Osservatorio il tema della mancanza di personale sanitario e della polizia penitenziaria. Per incentivare il personale sanitario a scegliere le carceri come sedi di servizio è stato proposto di riconoscere un’indennità economica per luoghi disagiati, punteggi di carriera e l’eliminazione di alcune incompatibilità contrattuali. Gli effetti della carenza del personale di polizia penitenziaria addetto ai nuclei traduzioni, che fa saltare gran parte delle visite specialistiche e della diagnostica negli ospedali, possono essere limitati con lo sviluppo della telemedicina. Tra gli altri temi affrontati, quello dei detenuti tossicodipendenti, dei modelli di cura e del monitoraggio dei servizi di dipendenza.

Il Garante Anastasìa ha ribadito le raccomandazioni contenute nella sua relazione annuale, presentata lo scorso 7 luglio in Consiglio regionale: oltre all’adozione e alla adeguata pubblicizzazione della Carta dei servizi sanitari, l’effettiva implementazione della cartella clinica informatizzata con capacità comunicativa tra carcere e territorio e tra carceri di diverse regioni, la ridefinizione delle funzioni e la valorizzazione dell’ex-Centro clinico di Regina Coeli e dei reparti di medicina protetta degli ospedali Pertini (Roma) e Belcolle (Viterbo), l’attivazione di equipe multidisciplinari di salute mentale in tutti gli istituti penitenziari della regione e il rafforzamento dei servizi psichiatrici territoriali e comunitari, per prevenire e prendere in carico i malati di mente autori di reato, fino a una riserva di posti per i pazienti provenienti da circuiti penali in tutte le strutture residenziali convenzionate con il sistema sanitario regionale.