Reati per fatti di droga, il Garante Anastasìa in audizione alla Camera

Due proposte di legge all’esame della commissione Giustizia: una per inasprire le pene, l’altra per riportare il trattamento sanzionatorio in un alveo di ragionevolezza
L'emiciclo della Camera dei deputati.

I detenuti tossicodipendenti nel Lazio (grafico su dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria al 30 giugno 2020).

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, è stato ascoltato il 13 gennaio dalla commissione Giustizia della Camera, nel corso di un’audizione informale, nell’ambito dell’esame in sede referente di due proposte di legge (C. 2160 Molinari e C. 2307 Magi), in materia di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope nei casi di lieve entità. La proposta di legge del deputato leghista Riccardo Molinari è volta ad inasprire le pene per le ipotesi di lieve entità del delitto di produzione, traffico e detenzione di stupefacenti, prevedendo inoltre per colui che sia colto in flagranza di tale reato l’arresto obbligatorio (modifica dell’art. 380 c.p.p.). Al contrario, la proposta di legge presentata dai deputati dell’intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis, primo firmatario Riccardo Magi, intende ridurre complessivamente le pene, riportando, secondo i proponenti, il trattamento sanzionatorio in materia in un alveo di proporzionalità dell’offesa, più in linea con i princìpi costituzionali.

Anastasìa ha manifestato preoccupazione rispetto a proposte di legge che vadano in direzione di un aggravamento delle pene per fatti di droga: “da trent’anni la legislazione repressiva delle condotte connesse al consumo di droghe non ha prodotto alcun risultato significativo, salvo l’intasamento dei tribunali e delle carceri. Al contrario, sono meritevoli di attenzione le proposte finalizzate a distinguere più nettamente i casi di lieve entità, in modo che siano sottratti all’area della detenzione”.

Grafico su dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Il Garante ha quindi illustrato i dati relativi ai detenuti per fatti di droga e ai detenuti dipendenti da sostanze stupefacenti ospiti delle carceri regionali. Complessivamente negli istituti di pena del Lazio alla data dell’11 gennaio sono presenti 2.101 detenuti per violazione delle norme del Testo unico sugli stupefacenti, si tratta del 36% dei detenuti complessivamente presenti in regione. In particolare va segnalato che 330 sono coloro che sono ristretti a causa di violazioni di lieve entità (corrispondenti al 6% della popolazione detenuta complessiva) e, d’altro canto, sono 601 (pari al 10% del totale detenuti nel Lazio) le persone perseguite per reati di associazione finalizzata al traffico.   Inoltre va sottolineata l’incidenza totale dei detenuti tossicodipendenti presenti negli istituti di pena del Lazio che al 30 giugno 2020 risultava pari al 47% del totale delle persone ristrette nei 14 istituti di pena del Lazio.

Gli istituti di pena con il maggiore sovraffollamento (elaborazione grafica su dati del Dap).