Presentato il progetto per l’ex carcere borbonico di Santo Stefano-Ventotene

La commissaria Silvia Costa: "Sarà un luogo per la next generation di europei, dove rigenerarsi e generare futuro”
Uno scorcio dal cortile dell'ex carcere borbonico di Santo Stefano.

“Un luogo simbolico di memoria e visione dei valori e del futuro dell’Europa e del Mediterraneo che dalla storia del carcere trarrà ispirazione per una “Scuola di alti pensieri” dove saranno ospitate esperienze di cittadinanza, di formazione e di creatività artistica” – lo ha dichiarato Silvia Costa, Commissaria straordinaria di governo per il recupero e la realizzazione dell’ex carcere borbonico sull’isola di Santo Stefano, aprendo oggi la videoconferenza di presentazione del documento strategico alla stampa.

“L’anno prossimo – ha continuato la Commissaria – proprio in una fase importante di rilancio del progetto politico europeo dopo la crisi pandemica,si celebreranno gli ottanta anni del Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni,scritto nel confino dell’isola di Ventotene. Sarà l’occasione anche per legare questa storia a quella meno nota ma significativa dell’ex carcere dell’isola di Santo Stefano, dove per 200 anni sono stati imprigionati detenuti comuni insieme a oppositori politici, come Settembrini e Spaventa fino agli antifascisti e padri costituenti Pertini e Terracini. Un carcere durissimo, che solo nel 1952 dopo la nascita della Repubblica democratica, con l’arrivo del direttore illuminato, Eugenio Perucatti – a cui vorrei si intitolasse il museo – in nome dell’art. 27 della Costituzione, conobbe una vera trasformazione e una nuova vita che va raccontata.”

“La Presidenza del Consiglio – ha detto Alberto Tabacchi, capo di gabinetto in rappresentanza del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Riccardo Fraccaro – ha lavorato con il massimo impegno per garantire il recupero dell’ex Carcere di Santo Stefano a Ventotene, promuovendone la riqualificazione ecosostenibile con finalità prevalentemente culturali, considerando il valore naturalistico del sito ma, soprattutto, il ruolo che questo edificio ha rivestito nella storia della resistenza al fascismo. Il progetto persegue importanti priorità politiche presenti nell’agenda del governo, dalla tutela dell’ambiente e della biodiversità, alla promozione di forme di sviluppo economico sostenibile, alla valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, alla formazione e alla ricerca. Il progetto conta su un finanziamento per complessivi 70 milioni di euro, destinato dal Cipe agli interventi necessari per preservare la struttura e con- sentirne la valorizzazione. Santo Stefano può e deve diventare il simbolo della ripartenza dell’Europa”.

Così il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini: “Una fucina di pensieri nel luogo in cui è nata l’idea più rivoluzionaria dei nostri tempi: l’Europa federale. Quella che sembrava un’utopia in tempi di guerra tra le nazioni europee ai nostri giorni, anche per effetto di una crisi devastante come quella della pandemia, è quasi diventata realtà. Per questo oggi recuperare il carcere di Santo Stefano e farne un centro di confronto alto e dialogo aperto è più urgente che mai: qui è stata pensata la nuova Europa e qui può nascere l’Europa del futuro. Ringrazio Silvia Costa per l’impegno che profonde in questo progetto e tutti coloro che stanno collaborando alla sua realizzazione”.

Il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, ha evidenziato le ricadute positive in termini economici e turistici su Ventotene, grazie al recupero del carcere di Santo Stefano e all’importanza storica di questo progetto di respiro anche europeo, rivolto alle giovani generazioni e teso al rafforzamento della coscienza europea. Leodori ha ricordato che dal 1965, anno della chiusura del carcere, ci sono stati diversi tentativi di recupero. “Grazie alla passione e alla determinazione della commissaria – ha detto Leodori – si sta procedendo, dopo svariati anni e diversi tentativi falliti in precedenza, non solo al recupero infrastrutturale del bene ma anche al recupero della credibilità delle istituzioni”.

Sostegno e vicinanza espressi anche dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano. Nel corso dell’incontro sono intervenuti il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, il Ruc Giampiero Marchesi e Salvo Genovese di Invitalia. La vision e il concept, le funzioni di valorizzazione, gli interventi, la governance e la sostenibilità. Questi i temi principali del Documento strategico presentato dagli esperti incaricati dalla commissaria insieme ad Invitalia: prof.ssa Rita Biasi, Università della Tuscia, prof. Stefano Baia Curioni, Università Bocconi di Milano, Prof. Francesco Collotti, Università di Firenze, Prof. Marco Causi, Università Roma Tre con Alessandro Leon ed Elena Alessandrini dell’Associazione Economia della Cultura.

Il progetto

“Un progetto sfidante ed appassionante – afferma Silvia Costa – ma carico di complessità. Santo Stefano, che fa parte con la vicina isola di Ventotene della Riserva naturale statale e dell’area marina protetta, è un’isola non abitata,senza approdi, acqua e luce, con numerosi vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici, dove sorge il Complesso carcerario borbonico dalla straordinaria forma del Panopticon, chiuso dal 1965 e in avanzato stato di degrado. Appena nominata, a febbraio mi sono adoperata per riattivare il Progetto lanciato tre anni fa sia salvaguardando le Il Commissario Straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano – Ventotene risorse stanziate (70 milioni di euro) sia approvando il Piano Operativo e il cronoprogramma insieme alle istituzioni del tavolo che presiedo e a Invitalia, quale soggetto attuatore”.

Già dallo scorso mese di novembre sono stati avviati i primi lavori “in somma urgenza” su alcune parti della struttura ritenute a rischio crollo e sullo sbarco della Marinella, per garantire la sicurezza delle maestranze impegnate nei lavori. È stato approvato il progetto degli interventi di messa in sicurezza dell’intero complesso carcerario e dell’approdo. Il prossimo gennaio partirà una gara di appalto di quasi 10milioni di euro per la realizzazione della messa in sicurezza di tutti gli edifici e di restauro conservativo del nucleo storico, che inizieranno nella primavera 2021.

A gennaio, sulla base del documento presentato oggi, sarà approvato lo Studio di Fattibilità affidato a Invitalia e subito dopo partirà il Concorso internazionale di progettazione dell’intero complesso. Silvia Costa ha espresso l’augurio che il ministero dell’Ambiente approvi il progetto del nuovo approdo entro l’estate prossima per consentire di indire la gara per la sua realizzazione. L’intervento su S. Stefano consisterà nel recupero e restauro di tutti gli edifici (il panottico, le torri e il corpo di Guardia, la ex Casa del Direttore e tutti quegli edifici che sotto la direzione di Eugenio Perucatti (1952-1960) erano adibiti a locali lavanderia, forno, spogliatoi, barberia, centrale tecnologica), fino ad arrivare alla chiesa che si incontra per- correndo via Giulia ed il cimitero. E’ prevista la riqualificazione ambientale degli spazi esterni e in particolare della piazza della Redenzione, nonché la realizzazione di un giardino mediterraneo emblematico, il restauro del giardino della casa del direttore e del cimitero, il restauro del paesaggio dell’area dell’ex campo di calcio, la riqualificazione dei percorsi di arrivo al complesso monumentale e al cimitero. Si realizzerà anche il recupero funzionale dei terrazzamenti nella prospettiva di un progetto pilota per la gestione sostenibile dell’ambiente terrestre e della agricoltura innovativa.

“Quello presentato oggi – conclude la commissaria – non è solo una complessa ed avvincente opera di restauro, ma la proposta di un affascinante percorso culturaleturistico che da Ventotene, isola madre, porta a Santo Stefano, museo, polo polifunzionale di studi europei, di alta formazione, di ricerca, centro per buone pratiche di sostenibilità insulare, di residenzialità leggera (20-70 posti), sede ideale per mostre, spettacoli, convegni. Un’esperienza forte di visita e di residenze anche in una dimensione spirituale e di wellness. Attività che si svilupperanno attraverso accordi e partenariati di cui alcuni già avviati. Un campus europeo, un luogo per la “next generation eu” dove rigenerarsi e generare futuro”.

I numeri

Con tutte le attività a regime dal 2025 si stimano 36.000 visitatori annui, 800 giovani in residenza, 500 studiosi in residenza, 5400 spettatori per eventi, concerti, convegni. Questi flussi saranno costituiti da target diversificati che vanno dai residenti e turisti dell’isola di Ventotene, a quelli delle isole dell’Arcipelago pontino, a quelli del litorale. Interesseranno cittadini, ricercatori, studiosi italiani, europei ed extraeuropei. Le fasce anagrafiche comprenderanno giovani di associazioni culturali laiche e religiose, studenti, gruppi di interesse, artisti, studiosi, ricercatori.

Le date

2020:

– confermato lo stanziamento di 70 milioni di euro;

– iniziati i lavori di “messa in sicurezza” in somma urgenza in parti a rischio;

– approvato il progetto degli interventi di messa in sicurezza sull’intero complesso.

2021:

– gara e avvio dei lavori per la messa in sicurezza;

– approvazione del progetto di approdo e avvio dei lavori;

– approvato lo studio di fattibilità;

– concorso internazionale di progettazione dell’intero complesso.

2022:

– durante i lavori: visite guidate e cantieri scuola;

– riqualificazione dei giardini e del paesaggio;

– interventi artistici.

2023

– residenze formative, artistiche e giovanili;

– lavori, allestimento museale e servizi;

– eventi e spettacoli;

– percorsi ambientali.