Suicidio a Regina Coeli, Anastasìa: “Va superato l’isolamento anti-Covid”

Per il Garante, è anche necessario rivedere l’organizzazione della settima sezione del carcere romano
I ballatoi all'interno del carcere romano di Regina Coeli.

“Secondo suicidio nelle carceri del Lazio dall’inizio dell’anno. Ancora una volta a Regina Coeli, di nuovo in settima sezione, sempre in isolamento. Fatti salvi tutti gli accertamenti che la Procura della Repubblica riterrà di dover disporre, quelle ricorrenze non possono non interrogare: sulle criticità dell’istituto romano, su quella sezione in particolare, sul regime di isolamento covid che ancora viene applicato ai detenuti in ingresso o in uscita dalle carceri regionali”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, dopo aver appreso che un detenuto si è tolto la vita nel carcere romano di via della Lungara.

“Chiederò al Presidente Rocca – prosegue Anastasìa – di rivedere la normativa anti-covid che, a questo punto, suscita più rischi che benefici. Ma va anche ripensata anche l’organizzazione e la gestione di quella settima sezione in cui sono ospitati tutti gli arrestati e i detenuti a qualsiasi titolo incompatibili con altri e in cui, conseguentemente, non si riesce a garantire neanche il numero di ore d’aria tassativamente previste dalla legge. Sono stato in quella sezione martedì 28 febbraio per dei colloqui con i detenuti e mercoledì scorso per una visita generale, prima che vi fosse portato in isolamento il detenuto che oggi è stato trovato impiccato alle sbarre della finestra della sua stanza. Riferirò alla direttrice del carcere – conclude Anastasìa – i problemi che ho riscontrato, ma posso anticipare che il regime di quella sezione va radicalmente ripensato”.