‘La calda estate delle carceri’: circola poca aria e spesso manca pure l’acqua

Nel suo rapporto di metà anno, l'associazione Antigone fa il punto sulle condizioni di detenzione in Italia
Antigone, personaggio della tragedia greca, murata viva in una grotta, per ordine del re di Tebe, Creonte. Nella rappresentazione del pittore di Dolone: "Antigone di fronte a Creonte" (è la donna tra le due guardie armate di lancia).

“Il carcere è forse il posto peggiore dove affrontare il cambiamento climatico. In carcere – aggiunge – fa sempre più freddo o più caldo che a casa e mancano gli strumenti per fronteggiare le situazioni estreme come quella che stiamo vivendo in questi mesi”. Così Stefano Anastasìa, nel commentare il quadro delineato nel rapporto di metà anno dell’associazione Antigone – intitolato ‘La calda estate delle carceri’ – per fare il punto sulle condizioni di detenzione in Italia.

L’ondata di caldo che ha colpito il nostro Paese non poteva non avere ripercussioni anche sulle carceri, dove l’aria condizionata non esiste, le finestre spesso sono schermate e non consentono un adeguato passaggio di aria. Tra l’altro, in molti istituti le docce non sono nelle celle, in alcuni manca addirittura l’acqua in alcune ore della giornata. E il sovraffollamento fa il resto.

Antigone, riguardo al caldo, parla di “criticità” rilevate dai suoi osservatori dal luglio 2021 al luglio 2022 hanno visitato 85 istituti penitenziari negli ultimi 12 mesi accertando che “in quasi un terzo (31%) degli istituti visitati ci sono celle in cui non sono garantiti i tre metri quadri calpestabili per persona. Al sovraffollamento, che non aiuta di per sé a combattere il caldo, si aggiunge anche il fatto che nel 58% delle celle non ci sia la doccia per cercare un po’ di refrigerio (anche se per il regolamento penitenziario del 2000 prevedeva che ci fossero docce in ogni camera di pernottamento entro il 20 settembre 2005). Infine nel 44,4% degli istituti ci sono celle con schermature alle finestre che impediscono il passaggio di aria”.

“In alcuni istituti penitenziari – spiega Antigone – l’acqua viene razionata, come ad Augusta, oppure manca del tutto, come a Santa Maria Capua Vetere, che nasce scollegata dalla rete idrica comunale. In questo istituto ai detenuti vengono forniti 4 litri di acqua potabile al giorno mentre per le altre necessità è utilizzabile l’acqua dei pozzi artesiani. Nel 2020 era stata aggiudicata la gara d’appalto e l’impianto idrico comunale è stato completato. Manca solo l’allaccio che deve essere effettuato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e che si prevede venga completato in autunno. Per combattere il gran caldo il Dap con una recente circolare ha autorizzato l’acquisto dei ventilatori nel sopravvitto. Si tratterebbe di ventilatori da tavolo da collegare alla rete elettrica, mentre in alcuni istituti si trovano invece ventilatori a batteria”. Gli osservatori di Antigone hanno trovato ventilatori in ancora troppo pochi istituti. Il frigorifero in cella è rarissimo. In alcuni casi è in sezione.

Rapporto Antigone luglio 2022