Al via a Frosinone le procedure per l’adozione della Carta dei Servizi Sanitari

E’ stata convocata per giovedì 29 maggio la prima riunione, presso l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone, che dovrà gettare le basi per l’adozione della Carta dei servizi sanitari per le tre carceri del territorio. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

 

«E’ un appuntamento importanteha commentato il Garanteperché fino a questo momento non eravamo ancora riusciti ad avviare a Frosinone questo importante percorso di tutela del diritto alla salute dei detenuti che, ormai da mesi, ha coinvolto attivamente tutte le Asl della Regione. Ora speriamo di recuperare celermente il tempo perduto anche perché all’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone fanno riferimento le carceri del capoluogo (533), di Paliano (59 detenuti) e di Cassino (311), che complessivamente ospitano oltre 900 detenuti».

La Carta dei Servizi Sanitari per cittadini detenuti regola e garantisce le prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura per i reclusi. Attualmente in 7 delle 14 carceri della Regione e nell’Istituto Minorile di Casal del Marmo, sono state adottate Carta dei Servizi Sanitari.

Questo risultato – che pone la Regione all’avanguardia nella tutela del diritto alla salute dei detenuti – è il frutto del lavoro svolto dal Garante dei Detenuti presso le direzioni delle Asl, allo scopo di favorire l’adozione degli strumenti giuridici previsti dal legislatore nazionale a tutela del diritto alla salute delle persone sottoposte a limitazioni della libertà personale: l’Osservatorio regionale, i Tavoli tecnici congiunti e le Carte dei servizi sanitari.

Mentre i Tavoli tecnici (con Asl, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, direzioni delle carceri e Garante) devono monitorare la ricaduta della riforma sulla vita dei detenuti e sull’efficacia dell’organizzazione sanitaria territoriale, la Carta dei servizi, riepiloga le prestazioni mediche cui il detenuto ha diritto, oltre alle modalità e alla tempistica per la fruizione.

«Ad quasi due anni dall’adozione della prima Carta, a Civitavecchia – ha commentato il Garantevediamo i frutti di un lavoro che è stato lungo, faticoso e certosino, che ha dovuto fare i conti, non solo con le note difficoltà regionali sul versante del deficit sanitario, ma anche con la burocrazia, con carenze finanziarie e strutturali e, non da ultimo, in qualche caso anche con una certa impostazione culturale che vede in carcere come una cosa “a parte” rispetto al resto della società, dove è possibile derogare ad ogni forma di rispetto dei diritti, anche di quelli primari».

Le Carta adottate coinvolgono 7 carceri della Regione su 14. Nel dettaglio le Asl RmA (carcere di Regina Coeli), RmB (complesso polipenitenziario di Rebibbia, che da solo ospita oltre la metà dei reclusi dell’intero territorio regionale) e RmF (i due istituti di Civitavecchia) hanno deliberato l’adozione della Carta dei Servizi Sanitari e l’istituzione del Tavolo Tecnico di monitoraggio. La Asl RmE (che ha competenza sull’IPM di Casal del Marmo) ha licenziato la bozza di Carta dei Servizi ora in attesa della firma del Protocollo attuativo.

La Asl di Rieti e quelle di Latina e Viterbo hanno deliberato l’istituzione del Tavolo ed hanno avviato l’elaborazione della Carta. Lavori fermi, invece, alla Asl RmH che ha competenza sul carcere di Velletri.