Il Garante chiede borse di studio per i detenuti iscritti agli atenei del Lazio

Anastasìa è intervenuto a conclusione dell’incontro “L’Università in carcere: lo studio come riscatto”
Il Garante Anastasìa e la dirigente del Prap Sergi.

“Parlando con le persone detenute iscritte all’università, è emersa spesso la necessità di potersi dedicare allo studio, senza doversi impegnare nelle lavorazioni interne, per poter coprire le piccole spese di sopravvivenza in carcere. E’ questa la richiesta che le persone detenute mi hanno fatto e che io condivido: quello di poter istituire delle borse di studio che consentano quanto meno ai più meritevoli di affrancarsi dalle incombenze quotidiane in carcere, per potersi dedicare allo studio. Oggi abbiamo sentito della condivisione della consigliera Mattia, dell’interesse dell’assessora Regimenti e della disponibilità del presidente Foglio. Sono convinto che, se non per l’assestamento del bilancio, almeno con il 2026, riusciremo ad avere i fondi necessari”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, a conclusione dell’incontro “L’Università in carcere: lo studio come riscatto” che si è svolto mercoledì 4 giugno nella sala del consiglio del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università Roma Tre.

“Sono molto d’accordo con la convocazione di una Conferenza regionale per l’istruzione universitaria in carcere – ha aggiunto Anastasìa – e spero che quella possa essere la sede per la condivisione di un unico Protocollo d’intesa tra la Regione, l’Amministrazione penitenziaria e le università, che consolidi il grande lavoro svolto in questi anni”.

L’intervento della consigliera regionale Eleonora Mattia.

Promosso su iniziativa della consigliera regionale Eleonora Mattia, consigliera regionale del Lazio e vicepresidente della I Commissione Affari costituzionali e istituzionali, in collaborazione con il Polo Universitario Penitenziario di Roma Tre, e i Poli universitari delle Università SapienzaTor Vergata e Cassino e del Lazio Meridionale, nel corso dell’evento approfondire il ruolo dell’università come strumento di inclusione e riabilitazione all’interno delle carceri o in esecuzione penale esterna del Lazio, dove attualmente 326 persone detenute sono iscritte alle cinque università pubbliche del territorio.

Ad aprire l’incontro i saluti istituzionali affidati al Rettore di Roma Tre,  Massimiliano Fiorucci, alla consigliera regionale Eleonora Mattia, tra i promotori dell’evento, l’assessora all’Università della Regione Lazio, Luisa Regimenti, e il direttore del Dipartimento di giurisprudenza, Antonio Carratta. A seguire gli interventi dei referenti dei Poli universitari penitenziari: Giancarlo Monina (Roma Tre), Pasquale Bronzo (Sapienza), Sarah Grieco (Cassino e Lazio Meridionale). Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, è intervenuto in qualità di docente di Roma Tre. Serena Cataldo (Tor Vergata), Martina Picano (Cassino), Martina Vita (Roma Tre) hanno portato le loro testimonianze di coordinatrici e tutor didattici di studenti iscritti negli istituti penitenziari o agli arresti domiciliari, mentre il presidente di LazioDisco, Simone Foglio, ha ricordato le iniziative della Regione Lazio, per sostenere gli studi della popolazione detenuta. Sono seguiti gli interventi della dirigente del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, per il Lazio, l’Abruzzo e il Molise, Silvana Sergi, e del responsabile per la pastorale universitaria della Diocesi di Roma, Don Gabriele Vecchione.