Colloqui intimi: ancora nulla di fatto (o quasi)

La Conferenza dei Garanti territoriali in assemblea ribadisce la necessità di un provvedimento di clemenza che sia rapido ed efficace contro il sovraffollamento
L'intervento della Garante della Calabria, Giovanna Russo, durante l'assemblea della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà del 18 giugno 2025 a Roma.

Si è tenuta oggi a Roma, nella sede della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative regionali e delle province autonome, l’assemblea della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale che attualmente conta 93 figure di garanzia designate, da Regioni, province, comuni.

Il Portavoce della Conferenza, il Garante campano Samuele Ciambriello, ha aperto i lavori, dando la parola ai Garanti delle realtà territoriali che hanno raccontato cosa è stato fatto negli istituti penitenziari per consentire i colloqui riservati tra le persone detenute e i propri partner, seguendo le recenti linee guida del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap). Purtroppo, ne è emerso un quadro desolante: a parte il caso di Terni che ha dato origine alla sentenza della Corte costituzionale n.10 del 26 gennaio 2024, nessun Garante ha riferito di incontri riservati, benché alcuni istituti stiano predisponendo appositi spazi all’uopo destinati.

Ciambriello ha ricordato che “ci sono state quattro sentenze di magistrati di sorveglianza che hanno intimato di permettere subito incontri intimi”.  Pur evidenziando talune criticità, i Garanti territoriali si riservano di sollecitare il Dap a modificare le linee guida nelle parti relative alla durata e alle modalità del colloquio, sottolineando la sostanziale inutilità della faticosa attività istruttoria attualmente prevista dalle linee guida anche per persone detenute che si relazionano con lo stesso partner da molti anni. Per il periodo estivo, in considerazione del caldo e del sovraffollamento, i Garanti territoriali auspicano la sospensione delle circolari che chiudono i detenuti per venti ore nelle celle e l’apertura delle camere detentive durante il giorno, nonché la possibilità di accesso all’aria anche dopo le ore 16, e non solo dalle 13 alle 15, come avviene adesso sotto il sole cocente.

Per quanto riguarda l’annoso problema del sovraffollamento, la Conferenza ribadisce la necessità di un provvedimento deflattivo che sia rapido ed efficace nella riconduzione della popolazione detenuta nella capacità degli istituti penitenziari, con una riduzione di 16 mila presenze. La via maestra resta quella di un provvedimento di clemenza che comprenda un indulto nella misura di due anni. Se ciò non fosse possibile e si optasse per una proposta di liberazione anticipata speciale, quest’ultima per essere efficace non dovrebbe contenere preclusioni e anzi dovrebbe essere accompagnata da un condono disciplinare.

L’intervento del Garante Anastasìa.