Diritto all’affettività in carcere al giudizio della Consulta

Appello di oltre 200 fra giuristi, associazioni e personalità, per una decisione risolutiva
Il Palazzo della Consulta a Roma

“Ci aspettiamo dalla Corte costituzionale una decisione risolutiva dopo 23 anni dalla prima proposta di riforma del regolamento penitenziario a 11 anni dalla prima pronuncia della Corte stessa che riconobbe il diritto delle persone detenute a una vita affettiva e sessuale.”. Così il Garante delle persone sottopose a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, al termine della conferenza stampa alla Camera dei deputati, organizzata dal segretario di +Europa Riccardo Magi, per presentare l’appello alla Consulta, in vista della pronuncia prevista per il 5 dicembre, e il testo della proposta di legge in materia delle relazioni affettive intime delle persone detenute, che vede come primo firmatario Magi.

“Alla Corte – ha proseguito Anastasìa – non mancano certo altre tecniche decisorie idonee a risolvere, nel merito, il caso in esame. L’ordinanza del Magistrato di sorveglianza di Spoleto supera i rilievi procedurali che impedirono una pronuncia piena della Corte costituzionale nel 2012, in modo particolare laddove si segnala che l’ordinamento penale minorile prevede espressamente la possibilità per il recluso di incontrare per due volte al mese le persone con le quali è legato affettivamente, in appositi spazi negli istituti”.

L’appello lanciato nell’ambito della campagna per il riconoscimento del diritto all’affettività in carcere promossa dall’associazione la Società della Ragione insieme a Centro per la Riforma dello Stato e Associazione Luca Coscioni, è stato sottoscritto da oltre 200 fra giuristi, associazioni e altre personalità. Oltre ad Anastasìa e Magi, alla conferenza stampa hanno partecipato Franco Corleone (la Società della Ragione), Sarah Grieco, ricercatrice dell’università di Cassino, coordinatrice dello studio in materia. “Sono 31 i paesi europei – ha detto, intervenendo da remoto, Andrea Pugiotto, ordinario di diritto costituzionale all’università di Ferrara estensore e primo firmatario dell’appello nel corso della conferenza stampa tenuta alla Camera – che permettono ai detenuti di usufruire di spazi per le relazioni affettive al riparo dagli sguardi della polizia penitenziaria”.

Un appello rivolto ai 14 giudici costituzionale e una proposta di legge, dunque, per garantire il diritto alle relazioni affettive intime dei detenuti prevedendo dentro le carceri – se non esistono impedimenti legati a ragioni di sicurezza – spazi per gli incontri senza il controllo degli agenti penitenziari.

La proposta di legge Magi

Come ha spiegato l’onorevole Magi, la proposta di legge che lo vede come primo firmatario riprende ampi passaggi delle proposte di legge d’iniziativa del Consiglio regionale della Toscana e del Consiglio regionale del Lazio approdate nella Commissione Giustizia del Senato, durante la scorsa legislatura (relatrice: Monica Cirinnà). La pdl prevede modifiche agli articoli 28 e 30 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e altre disposizioni in materia di tutela delle relazioni affettive intime delle persone detenute. I detenuti e gli internati – questo il ‘cuore’ della proposta di legge Magi – hanno il diritto ad una visita al mese della durata minima di sei ore e massima di 24 ore con le persone autorizzate ai colloqui. Le visite si svolgono in apposite unità abitative attrezzate all’interno degli istituti penitenziari senza controlli visivi e auditivi.

Appello per udienza 5 dicembre 2023 (definitivo)

Proposta di legge affettivita

Da sinistra: Sarah Grieco, Stefano Anastasìa, Riccardo Magi, Franco Corleone.