Firmato accordo tra Asl Rm F e direzioni carcerarie sull’applicazione della carta dei servizi sanitari a Civitavecchia

La Asl Rm F e le due carceri di Civitavecchia (la Casa di Reclusione e il Nuovo Complesso) sono le prime due strutture pubbliche nel Lazio ad adottare ufficialmente la Carta dei Servizi Sanitari per i cittadini reclusi negli istituti di pena. Le Carte dei Servizi Sanitari per i detenuti nascono dal Tavolo tecnico congiunto tra Asl, carceri e Garante dei detenuti istituito nell’ambito del DPCM del 2008 che regolamenta il passaggio delle competenze della medicina penitenziaria dal Ministero di Giustizia alle Asl.

Le Carte hanno lo scopo di garantire, ai detenuti delle due carceri di Civitavecchia (dove sono reclusi 718 detenuti) l’erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura sulla base degli obiettivi generali di salute, dei progetti specifici e dei livelli essenziali di assistenza garantiti dalla Regione.I Protocolli attuativi delle due Carta dei Servizi Sanitari sono stati firmati dal Commissario Straordinario della Asl Roma F Giuseppe Quintavalle, dal Direttore della Casa di Reclusione Patrizia Bravetti, dal Direttore del Nuovo Complesso Silvana Sergi e dal Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. «Oggi sono soddisfatto – ha detto il Garante Angiolo Marroni – perché per la prima volta si sottoscrive in maniera congiunta fra le due amministrazioni una Carta relativa alla salute dei detenuti. In questi anni, come Ufficio, ci siamo adoperati per garantire il diritto alla salute dei reclusi. L’esperienza e il buon senso dimostrano infatti che non bastano i soli intendimenti, seppur ottimi; per far si che essi si realizzino, occorrono anche buone e condivise prassi. Come Garante, su questo delicato tema, abbiamo dato impulso al Forum per l’attuazione della riforma della sanità penitenziaria, abbiamo favorito la costituzione di un Osservatorio regionale per monitorare i punti di debolezza del sistema. La Carta dei servizi è solo l’ultima delle nostre proposte. Una proposta che ha suscitato l’interesse delle istituzioni, degli operatori e degli stessi detenuti. Questi ultimi, in particolare, hanno capito che si tratta di una dimostrazione concreta e operativa e di solidarietà istituzionale che, specie nei momenti più difficili e delicati, può fare la differenza». All’i nterno dei Protocolli firmati a Civitavecchia è specificato che la Asl abbia la responsabilità di “ curare l’organizzazione dei servizi sanitari delineata nella Carta dei servizi, nonché di erogare le tipologie di prestazioni con le modalità e con le professionalità indicate nella carta medesima”.

Le due strutture carcerarie, dal canto loro, consentono alla Asl “di organizzare i servizi sanitari e di erogare le prestazioni sanitarie come previsto nella Carta dei servizi, mettendo a disposizione gli spazi necessari, a stabilire orari di accesso alla struttura, al rilascio dei permessi e a fornire ogni altro contributo necessario a garantire l’assistenza”. Le Carta dei Servizi sanitari per detenuti finora predisposte coinvolgono la metà delle carceri della Regione Lazio, sette su 14: oltre alle due adottate a Civitavecchia, ci sono quelle già predisposte per Regina Coeli e per le quattro strutture del complesso polipenitenziario di Rebibbia. In altre realtà, Latina, Viterbo, Rieti e nell’IPM di Casal del Marmo, le Asl hanno deliberato l’istituzione del Tavolo tecnico di monitoraggio ed avviate le procedure per l’adozione del documento. Nessuna risposta alle sollecitazioni del Garante è ancora arriva dalla Asl H, che gestisce il carcere di Velletri, e da quella di Frosinone, che gestisce i servizi sanitari nel carceri del capoluogo (543 reclusi) e in quelli di Paliano (59 detenuti) e di Cassino (310).