Parcheggio in corsia

Da oltre due mesi – e dopo aver a lungo dormito all’aperto vicino una chiesa – è ricoverato nel reparto di Medicina d’Urgenza dell’Ospedale “Grassi” di Ostia in attesa che le istituzioni preposte se ne facciano carico dal punto di vista psicosanitario e socioallogiativo.

 

Protagonista della vicenda – segnalata dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – Augusto S., sottoposto alla misura di sicurezza della sorveglianza speciale dopo aver trascorso un lungo periodo in carcere.

Già lo scorso novembre il Garante aveva segnalato alle autorità la storia di Augusto, che dormiva all’aperto vicino la chiesa dei Santi Cirillo e Metodio di Ostia perché privo di un’abitazione. Il ragazzo è stato più volte protagonista di atti di autolesionismo finalizzati alla richiesta di aiuto e gli stessi operatori del Garante, viste le precarie condizioni psicofisiche, lo hanno segnalato al Dipartimento di Salute Mentale e più volte accompagnato al Pronto Soccorso dell’ospedale.

Dopo la segnalazione del Garante, l’uomo è stato ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza del “Grassi” in attesa che fossero trovate soluzioni idonee. Si è costituito un tavolo congiunto tra Asl Rm C, Municipio VIII, Consulta Regionale Salute Mentale e l’Ufficio del Garante. Dal tavolo era subito emersa la necessità di “trovare in tempi rapidi una soluzione assistenziale adeguata” per  garantire ad Augusto non solo il necessario sostegno sanitario e psichiatrico ma anche una prospettiva alloggiativa  adeguata alla sua situazione.

A distanza di 2 mesi, però, Augusto è ancora nel suo letto di ospedale in attesa di una soluzione che tarda ad arrivare e continua a chiedere aiuto per trovare un alloggio ed esprime un profondo disagio dato dalle sue problematiche mentali, sociali e sanitarie.

«Il dramma di Augusto rappresenta un caso emblematico che evidenzia la forte crisi dello stato sociale nel nostro paese. Pur comprendendo la complessità della situazione – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – faccio fatica a credere che, a fronte, di un ragazzo che ha assoluto bisogno di aiuto, le istituzioni sociosanitarie siano sostanzialmente incapaci di farsi carico di tali problematiche, affidandosi all’umanità ed alla professionalità dei medici del Grassi. Una grave criticità che invece andrebbe ripensata e potenziata anche per far fronte alla ormai imminente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Allo stato, Augusto, avrebbe davanti a se tre sole alternative: dormire all’aperto, restare ricoverato impropriamente in un ospedale senza cure adeguate oppure tornare in carcere. Non entro in valutazioni di carattere medico e burocratico ma ritengo che la situazione presenti evidenti gravità la cui risoluzione non si può più rinviare».