Presenze in aumento, posti disponibili in diminuzione

In un anno il numero dei detenuti presenti in Italia è cresciuto di oltre 1.000 unità, i posti effettivamente disponibili sono oltre 800 in meno rispetto alla fine di luglio del 2024
Cagliari, Casa Circondariale Buoncammino - Il corridoio della sezione maschile ©Francesco Cocco/Contrasto

Nonostante le dichiarazioni di impegno e di rassicurazione del Governo e del ministro della Giustizia dei mesi scorsi, i dati che illustrano la situazione degli istituti penitenziari del nostro Paese sono rappresentativi in maniera evidente e purtroppo impietosa di una situazione di continuo e costante peggioramento delle condizioni detentive.

A fine luglio infatti il numero dei detenuti presenti è cresciuto di oltre 1.000 unità in un anno e i posti effettivamente disponibili sono oltre 800 in meno rispetto alla fine di luglio del 2024.

Il tasso di affollamento complessivo ha raggiunto il 134%; un anno fa era del 129%.

I detenuti in esubero rispetto ai posti effettivamente disponibili sono poco meno di 16.000 mentre il più recente e straordinariamente audace “piano carceri”, annunciato poco mento di un mese fa dal governo. prevede di “recuperare” 10 mila posti in più nei prossimi due anni, ponendosi un obiettivo di arrivare a quindicimila.

I dossier sui suicidi

Di fatto, però, nulla sembra cambiare e, inoltre – come se non bastasse – in questa perdurante e straniante impasse, nella prima settimana di agosto si è dovuto assistere a un desolante e macabro balletto relativo al numero delle persone che si sono tolte la vita in carcere nei primi sette mesi di quest’anno.

Secondo il ministro e da quanto comunicato ufficialmente anche dall’Ufficio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà (GNPL), la situazione sarebbe addirittura meno critica rispetto al passato. Purtroppo, anche su questo terreno i fatti (e i numeri che li confermano) smentiscono in maniera categorica questa ulteriore “ottimistica” considerazione.

Infatti, se si considera l’intero periodo compreso tra il gennaio 2020 e questi primi otto mesi dell’anno i suicidi accertati sono stati 422. In media sono stati sette per ognuno dei sessantotto mesi trascorsi.

L’ultimo dossier pubblicato da Garante nazionale e riferito a fine luglio rende conto di 46 suicidi non considerando, peraltro, di due casi provocati da asfissia da gas e di un altro avvenuto in una Rems. Comunque, anche escludendo questi tre casi la media mensile sarebbe pari a 6,6 tra gennaio e fine luglio, ma purtroppo, nel mezzo di questa altre sette persone si sono tolte la vita in carcere nel mese di agosto oltre a un ragazzo di diciassette anni nell’Ipm di Treviso.

Purtroppo, questo mese di agosto appena trascorso è stato particolarmente infelice per il sistema penitenziario del nostro Paese. Ormai i tassi di affollamento sono stabilmente al di sopra del 130% in Italia e hanno raggiunto il 150% nel Lazio con punte che superano abbondantemente e costantemente tale soglia in metà dei penitenziari della regione.

Nelle diverse aree territoriali sono ben 96 su 103 le provincie in cui i tassi di affollamento effettivi sono superiori al 100%

Scorrendo, poi, l’elenco di tutti i 188 penitenziari del nostro Paese sono 155 quelli in cui il numero dei presenti supera quello dei posti disponibili e ve ne sono diversi il cui tasso effettivo supera il 200%.

Nel Lazio, inoltre, anche in questo mese Regina Coeli con un tasso del 192% Civitavecchia Nuovo Complesso (184%) e Latina (177%) compaiono nel gruppo dei venti più sovraffollati d’Italia.

Infine va sottolineata un ulteriore drammatica evidenza rappresentata dal fatto che Regina Coeli e Rebibbia sono parte dei quindici istituti penitenziari in cui, negli ultimi cinque anni, si sono registrati il maggior numero di suicidi.

 

 

 

 


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