“Ramona e Giulietta”, l’amore tra due detenute va in scena, ma non solo

La vita dietro le mura raccontata dalle attrici della Casa circondariale femminile di Rebibbia
La compagnia di ex detenute ex detenute e signore ammesse alle misure alternative alla detenzione della Casa circondariale femminile di Rebibbia, con l'attrice Maria Grazia Cucinotta (prima da sinistra), al termine della rappresentazione al Maxxi.

La tragicommedia in atto unico “Ramona e Giulietta, Quando l’amore è un pretesto” della compagnia di attrici ex detenute e signore ammesse alle misure alternative alla detenzione della Casa circondariale femminile di Rebibbia, è andata in scena ieri all’auditorium del museo Maxxi di Roma. “Ramona e Giulietta” è una personale rilettura di una delle più celebri opere shakespeariane da parte delle attrici della casa circondariale femminile di Roma Rebibbia, Le Donne del Muro Alto, con la regia di Francesca Tricarico e le musiche di Giulia Anania. E’ la storia d’amore tra due detenute che restituisce agli spettatori, con inaspettata efficacia, alcuni momenti di vita all’interno delle mura carcerarie.

Alla rappresentazione, realizzata dall’associazione Per Ananke con il sostegno dalla Regione Lazio e Lush, in collaborazione con la XVI edizione della Festa del Cinema di Roma, hanno assistito, tra gli altri, il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralìa, il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, l’assessora alla Crescita culturale di Roma Capitale, Lorenza Fruci, la Garante capitolina, Gabriella Stramaccioni, il magistrato di sorveglianza Marco Patarnello, l’attrice Maria Grazia Cucinotta.

Tutte e tutti sul palco dell’auditorium del Maxxi al termine delllo spettacolo (foto di Marika Simeoni).

“La storia d’amore tra Ramona e Giulietta – si legge in una nota degli organizzatori -, due donne che nonostante i cancelli, le sbarre, i pregiudizi trovano la forza di amarsi e gridare il loro amore è stata in carcere, e forse anche di più all’esterno, l’opportunità di scardinare quello che ancora oggi, e probabilmente più di ieri, è un tabù fuori e dentro le mura carcerarie. ‘Quando l’amore è un pretesto’, il sottotitolo scelto, un pretesto per dare sfogo alla rabbia del singolo che diviene rabbia collettiva, un pretesto per raccontare il carcere, un pretesto per interrogarsi su come e quanto il carcere sia una potente lente di ingrandimento della società esterna”.

“Un nuovo lavoro quello con le signore ammesse alle misure alternative ed ex detenute – spiega Francesca Tricarico, regista e coordinatrice del progetto – che vuole accompagnare le nostre attrici nella delicata fase del reinserimento fuori le mura carcerarie, ma soprattutto continuare a far sentire la loro voce attraverso il teatro, protette dal racconto e dai grandi autori, affinché il ponte tra la società esterna e il carcere sia sempre più percorribile. Il teatro è una forma di consapevolezza di sé e dell’altro, della società, per chi lo pratica ma anche per chi lo osserva in qualità di spettatore. La forza, l’urgenza, la necessità delle nostre attrici in scena di raccontare, di emozionare ed emozionarsi dimostra che non esiste un noi ed un loro perché il carcere è parte della società. Il teatro è in grado di creare un incontro e confronto dentro e fuori le mura del carcere, per attori e spettatori”.

La paroliera, cantautrice e poetessa Giulia Anania alla chitarra con le attrici ex detenute e signore ammesse alle misure alternative alla detenzione della compagnia Le Donne del Muro Alto (foto di Marika Simeoni).

RAMONA e GIULIETTA
Testo e Regia: Francesca Tricarico
Musica: di e con Giulia Anania
Con Bruna Arceri, Alessandra Collacciani, Annamaria Repichini,
Sara Paci, Daniela Ion Sav, Raquel Robaina Tort
Aiuto regia: Chiara Borsella e Sara Paci
Costumi: Marina Sciarelli
Scenografie: Paola Castrignanò
Produzione: Associazione Per Ananke con il sostegno delle Officine di Teatro Sociale della Regione Lazio e Lush

Nata nel 2006, “Per Ananke”  si occupa della diffusione della cultura teatrale ed artistica con particolare attenzione ai luoghi di disagio sociale. Dal 2010 si occupa di teatro e carcere, in collaborazione con enti pubblici e privati. Dal 2013 è impegnata nella realizzazione di laboratori teatrali nella Casa circondariale Femminile di Rebibbia. La conduzione dei laboratori teatrali e la regia degli spettacoli sono a cura di Francesca Tricarico.