Rissa a Regina Coeli, Anastasìa: “E’ il segno di una condizione di difficoltà e di disagio”

L’istituto romano è il terzo nel Lazio, per tasso di affollamento, dopo Latina e Civitavecchia Nuovo complesso
L'altare nella rotonda del carcere di Regina Coeli.

“Quanto è accaduto ieri a Regina Coeli è indubbiamente grave, ma è il segno di una condizione di difficoltà e di disagio di tutti gli istituti penitenziari, in particolar modo di quello romano che è un istituto sovraffollato in cui ci sono centinaia di detenuti in esecuzione della pena che dovrebbero essere altrove. Questo assieme alla carenza del personale rende la situazione delle nostre carceri particolarmente sofferente”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, alla notizia della rissa scoppiata domenica 25 giugno nel carcere di Regina Coeli.

Con 982 detenuti presenti il 30 maggio, a fronte dei 628 posti disponibili (fonte: Dap), Regina Coeli è uno degli istituti penitenziari con il tasso di affollamento più alto, pari al 156 per cento, dopo Latina (173 per cento) e Civitavecchia Nuovo complesso (160 per cento).

I detenuti di due diverse sezioni si sarebbero picchiati anche con le sedie di legno che erano state predisposte per la messa domenicale e diversi di loro sono rimasti feriti. E’ accaduto nella mattina di domenica, quando – secondo la ricostruzione di alcune organizzazioni sindacali – qualche decina di detenuti della terza sezione si sarebbero diretti ad aggredire altri detenuti, ospitati nella sesta sezione per ragioni ancora in corso di accertamento.