L’emergenza sanitaria Covid-19 nelle carceri è il tema della mozione n. 372 del consigliere Alessandro Capriccioli (+Europa Radicali) e della consigliera Marta Bonafoni (Lista Zingaretti), approvata ieri dal Consiglio regionale del Lazio, riunito in modalità telematica mista (ufficio di presidenza in sede e consiglieri in remoto). La mozione impegna la Giunta regionale a perseguire l’obiettivo della piena attuazione delle disposizioni contenute nel decreto legge 137/2020, per ridurre il sovraffollamento negli istituti di pena del Lazio, attraverso la concessione di pene alternative a coloro ai quali restano da scontare pene inferiori ai diciotto mesi.
“La prima ondata di Covid-19 – ha detto Capriccioli nell’illustrare la mozione all’Aula virtuale – aveva in qualche modo risparmiato quei luoghi. Nella seconda ondata i contagi sia fra il personale della polizia penitenziaria che fra i detenuti sono in aumento, fra l’altro in una situazione in cui non c’è scampo e non c’è possibilità di fare quello che facciamo noi, cioè di isolarsi in casa e di mettersi al riparo dalla possibilità di contagio. La mozione si riferisce a quanto previsto da un decreto legge dello scorso ottobre, il n. 137, il quale, tra le altre cose, stabilisce che, in deroga a quanto disposto dalla legge 199 del 2010, dal cosiddetto ‘Svuota carceri’, la pena detentiva può essere eseguita presso l’abitazione del condannato o anche in altri luoghi pubblici o privati di cura e accoglienza anche ove non sia superiore a 18 mesi e anche se costituente parte residua della pena. Insomma, introduce delle fattispecie in più in cui è possibile scontare la detenzione presso il proprio domicilio. Perché dice ‘presso altro luogo pubblico o privato di cura’? Perché il tema di questa mozione è quello dei senza dimora, cioè delle persone che la casa, l’abitazione, il domicilio in cui scontare l’eventuale detenzione domiciliare non ce l’hanno e non avendola restano esclusi da questa possibilità”.
“Lo stesso decreto legge –ha proseguito Capriccioli – stabiliva una serie di possibilità di inclusione sociale destinate ai condannati senza fissa dimora per fare in modo che anche loro potessero usufruire di questi benefici, naturalmente decongestionando il sistema carcerario già, come sappiamo, intasato e sovraffollato anche dalla ulteriore possibilità di incrementare il contagio. Le disposizioni di cui al dl 137 non sono ancora state pienamente attuate anche nella nostra Regione e dunque l’impegno che si chiede alla Giunta proprio in questo momento di massima urgenza, siamo probabilmente al picco dei contagi, è quello di cercare con la massima urgenza di attuare tutte le disposizioni del dl 137 del 2020, ma anche una cosa in più, anche di farsi carico nei confronti del Governo di richieste per incrementare sia le risorse disponibili e sia ampliare il numero dei possibili beneficiari di queste misure. Insomma – ha concluso Capriccioli – chiediamo che tutti coloro per cui è possibile possano scontare la parte residua della pena presso la loro abitazione o presso strutture messe a disposizione, come si dice, all’uopo per questa finalità e quindi tutelare il diritto alla salute dei detenuti, del personale di polizia penitenziaria facendo in modo che le nostre carceri non diventino, cosa che purtroppo già sta accadendo, i focolai più spaventosi del Paese, perché evidentemente senza possibilità di uscita”.
Ecco il testo integrale della mozione approvata dal Consiglio regionale del Lazio il 25 novembre 2020.
MOZIONE
Oggetto: iniziative per favorire l’attuazione delle misure straordinarie in materia di esecuzione penitenziaria connesse all’attuale fase di emergenza sanitaria.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTO
l’articolo 30 dello Statuto della Regione Lazio; VISTO l’articolo 30 del decreto legge 28 ottobre 2020, n. 137 il quale prevede, tra l’altro, che “in deroga a quanto disposto ai commi 1, 2 e 4 dell’articolo 1 della legge 26 novembre 2010, n. 199, dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla data del 31 dicembre 2020, la pena detentiva è eseguita, su istanza, presso l’abitazione del condannato o in altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, ove non sia superiore a diciotto mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena…”.;
CONSIDERATO
che il fine perseguito dalla normativa in commento è quello di prevenire l’insorgenza di nuovi focolai epidemici all’interno degli istituti penitenziari attraverso l’adozione di misure in grado di alleviare la condizione di sovraffollamento carcerario senza le quali sarebbe a rischio la sicurezza sanitaria dei detenuti e che la necessità di ridurre le presenze in carcere durante la pandemia risponde a una precisa indicazione degli organismi e delle organizzazioni internazionali che si occupano di tutela della salute e di prevenzione di trattamenti inumani in danno dei detenuti;
PRESO ATTO
che la norma sopra richiamata pone una serie di limitazioni per l’accesso al beneficio della detenzione domiciliare nell’ipotesi in cui, tra le altre, i detenuti siano privi di “un domicilio effettivo e idoneo anche in funzione delle esigenze di tutela delle persone offese dal reato” ma che, al contempo, la stessa norma ammette la possibilità, in questo caso, che la detenzione possa svolgersi in “luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza.”;
VERIFICATO
che dai dati in possesso dell’amministrazione penitenziaria sia possibile stimare, come potenziali beneficiari dell’istituto previsto dalla norma sopra citata, ma che tuttavia ne restano esclusi proprio perché prive di un domicilio, un numero complessivo di circa 1.157 persone al quale va aggiunto il numero di coloro che hanno dichiarato un domicilio non idoneo alla misura che, per quanto riguarda la Regione Lazio, è di circa 300 persone;
VERIFICATO
altresì, che risultano avviati alcuni progetti d’inclusione sociale destinati ai condannati senza fissa dimora o con domicilio non idoneo attualmente detenuti negli istituti penitenziari ma che, tuttavia, solo una percentuale degli inserimenti domiciliari previsti presso strutture di accoglienza sia stato P 1 -27 effettivamente realizzato e che peraltro, a tal proposito, sussiste anche la necessità di una mappatura aggiornata delle disponibilità di posti nelle strutture d’accoglienza per i detenuti al fine di non vanificare gli effetti dei recenti provvedimenti; tutto ciò premesso e considerato
IMPEGNA
il Presidente della Regione e la Giunta regionale affinché venga garantita, con la massima urgenza, la piena attuazione delle disposizioni del D.l. 137/2020 anche attraverso la rapida conclusione dei procedimenti in itinere presso la competente Direzione regionale, nonché di assumere ogni iniziativa utile nei confronti del Governo anche al fine di incrementare le risorse disponibili con l’obiettivo di ampliare il numero dei beneficiari delle misure previste dalla normativa vigente.
Alessandro Capriccioli
Marta Bonafoni