I dati diffusi dall’Amministrazione Penitenziaria, che certificano un ulteriore aumento delle presenze e dei tassi di affollamento negli istituti penitenziari del nostro Paese, rappresentano purtroppo la conclusione di un mese di ottobre iniziato con il crollo emblematico di una porzione del tetto del Carcere di Regina Coeli, e il conseguente trasferimento di un numero di circa 250 detenuti verso altri istituti, in gran parte fuori regione.
Inoltre, la settimana scorsa l’Associazione Antigone ha sottolineato che nel corso del 2024 gli Uffici di Sorveglianza hanno registrato 5.837 reclami riguardanti condizioni di detenzione considerate inumane o degradanti, si tratta di un valore che ha superato quello dei ricorsi che, nel 2013, portarono alla sentenza Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, quando poco più di quattromila segnalazioni condussero alla condanna dell’Italia e all’obbligo di avviare profonde riforme.
Sono cresciuti anche i numeri dei bambini reclusi con le loro madri che sono attualmente 26 contro i 21 di inizio anno e i 18 dell’ottobre dello scorso anno.
Siamo quindi di fronte a una situazione che continua soltanto a peggiorare, nonostante proclami di impegno per la riduzione del sovraffollamento, come piani carceri che prevedono incrementi costanti di posti disponibili.
Infatti, i dati pubblicati il 5 ottobre sul sito del ministero della Giustizia di fonte Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), dal sistema informativo dell’esecuzione penale esterna (Siep) e quelli contenuti nelle schede di trasparenza degli istituti penitenziari certificano l’incremento dei detenuti e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà non detentive e di contro una diminuzione dei posti effettivamente disponibili.
I detenuti nel nostro Paese alla data del 31 ottobre risultano essere, infatti, 63.493, vale a dire 295 in più rispetto a fine settembre, a fronte di 45.651 posti effettivamente disponibili (sono 95 in meno rispetto al mese precedente). Il tasso di affollamento è quindi passato dal 135,5% al 136,4%.
Quanto ai numeri dell’esecuzione penale esterna ci si sta avvicinando alla soglia delle 100.000 persone sottoposte a misure restrittive della libertà diverse dalla detenzione in carcere: a fine ottobre sono poco più di 99.700, in aumento di 170 unità rispetto a fine settembre.
La situazione nel Lazio e nelle altre regioni
Quanto alla situazione che si registra nel Lazio i detenuti presenti sono 126 in meno rispetto alla fine del mese scorso ma tale circostanza corrisponde sostanzialmente al trasferimento di detenuti verso istituti penitenziari fuori regione resosi necessario a causa del crollo di una porzione del tetto della seconda rotonda Regina Coeli avvenuto il 6 ottobre.
Sono comunque 6.659 i presenti per un tasso di affollamento del 149% e, in nove istituti su quattordici, il tasso di affollamento effettivo è superiore al 150%. In particolare a Latina supera il 200%.
Infine, a completare la descrizione di un quadro complessivo in costante deterioramento in tutto il Paese, va considerato che ormai in una sola regione – il Trentino Alto Adige – il numero dei detenuti presenti risulta inferiore a quello dei posti effettivamente disponibili, mentre sono ben sei quelle in cui si registrano tassi superiori al 150% .
In particolare risulta decisamente tra le più critiche la situazione della Lombardia dove si registrano poco meno di 9.000 presenti per circa 6.100 posti effettivamente disponibili. In questa regione su diciassette penitenziari solo uno, quello di Pavia, presenta tassi di affollamento inferiori al 100%.
