Anastasìa: “Le Rems non siano mondi a parte”

L’integrazione sociosanitaria dei pazienti psichiatrici autori di reato è tra le sfide lanciate dagli Stati generali della Salute del Lazio
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, durante il suo intervento agli Stati generali della salute del Lazio.

“Il rischio è che nei servizi dedicati agli autori di reato si costituiscano dei mondi a parte, che soffrono di non essere adeguatamente integrati nella rete dei servizi sociosanitari. In questo modo le Rems, per esempio, residenze destinate a ospitare autori di reato non imputabili per incapacità di intendere e di volere, o anche le Articolazioni di tutela della salute mentale negli istituti di pena, rischiano di diventare strutture custodiali, anziché essere un transito per entrare in un sistema di cura e poi di reinserimento nella società”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, al tavolo di lavoro sulla salute mentale degli Stati generali della Salute del Lazio, tenutisi il 18 e 19 novembre alle Corsie Sistine a Roma.

Il tema delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) è stato toccato anche dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, nel suo discorso introduttivo. “In tutte le Rems del Lazio – ha dichiarato Rocca nel passaggio sul personale – fatichiamo a dare attenzione ai fragili, ancorché colpiti da provvedimento dell’autorità giudiziaria, ma bisognosi di salute, perché il mercato non risponde, i medici non partecipano ai concorsi. Ci dobbiamo porre il perché e dare delle risposte e non andare al sistema a fatturazione”.

La due giorni ha visto il confronto da parte di dieci gruppi di lavoro su altrettanti temi prioritari. Tra questi, appunto, il gruppo della salute mentale, coordinato da Marco Nuti, dirigente dell’Area rete integrata del territorio della direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria, al quale ha partecipato anche il Garante.

Anastasìa ha proposto e ottenuto l’inserimento, tra le sfide proposte dal tavolo, di una specifica voce relativa all’integrazione socio-sanitaria degli autori di reato con problemi psichiatrici, affinché i percorsi di cura di tali pazienti confluiscano nei servizi territoriali del servizio sanitario regionale. Tra le sfide prioritarie illustrate da Nuti tra le risultanze del tavolo, c’è dunque anche la “definizione di strumenti di governo clinico anche per l’ambito della salute mentale come i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, i Pdta. In particolar modo – ha concluso Nuti sul punto – il tavolo ha suggerito di concentrarsi in via iniziale sui disturbi dello spettro autistico, sui disturbi alimentari e sui pazienti psichiatrici autori di reato”.

Gli altri gruppi di lavoro hanno riguardato liste d’attesa e appropriatezza, risorse umane, invecchiamento e nuovi bisogni di salute, sostenibilità del Ssn, farmaci e tecnologie avanzate, assistenza protesica, rapporto pubblico-privato, umanizzazione delle cure e volontariato. Ne è uscito un documento strategico che punta a rafforzare la prossimità dei servizi, consolidare la digitalizzazione dei processi e migliorare la presa in carico dei pazienti, con una visione improntata a un processo di continuo miglioramento della qualità delle cure.

Un momento dei lavori del tavolo tematico sulla salute mentale agli Stati generali della salute del Lazio.

Il pubblico della sessione d’apertura degli Stati generali della salute del Lazio nelle Corsie sistine.