Richiamare l’attenzione dei rappresentanti delle istituzioni sui compiti loro affidati in materia di gestione dell’esecuzione penale. È questo l’obiettivo dell’incontro Carcere: il ruolo delle Regioni, che si è svolto lunedì 2 ottobre al Circolo dei lettori di Torino, organizzata dal Garante regionale delle persone detenute della Regione Piemonte, Bruno Mellano, in collaborazione con la Conferenza dei Garanti territoriali, in concomitanza con il secondo Festival delle Regioni.
“Come Garanti delle persone detenute -ha esordito Mellano -, che hanno l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita, di lavoro e di dignità delle comunità penitenziarie, abbiamo l’urgenza di richiamare l’attenzione dei rappresentanti istituzionali e dell’opinione pubblica sui compiti che il quadro normativo vigente mette loro in capo, sin dalla riforma del 1975, e spesso in modo esclusivo, nella gestione del carcere contemporaneo”.
“Dalla sanità penitenziaria – ha proseguito Mellano – alla formazione professionale, dalle politiche attive del lavoro alle politiche sociali, dall’istruzione all’università, dalla cultura allo sport, tutti i settori e gli aspetti più pregnanti della vita e delle attività in carcere, ad esclusione della gestione e della sicurezza, sono affidate dall’Ordinamento e dal Regolamento penitenziario alle istituzioni del territorio, in primo luogo alle Regioni. Per tutti questi motivi, come figure di garanzia nominati dalle istituzioni regionali o locali riteniamo preziosa l’occasione del Festival per aggiungere ai cinque tavoli di lavoro previsti dalla Conferenza dei Presidenti di Regione, anche la nostra conferenza aperta tematica sull’esecuzione penale”.
“Le Regioni – ha concluso Mellano – hanno un ruolo imprescindibile nell’esecuzione penale e i detenuti hanno diritto di essere trattati dignitosamente, curati e istruiti”.
Ha poi preso la parola il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Stefano Anastasia, il quale ha ricordato, tra l’altro, che la situazione carceraria è difficile a causa del sovraffollamento e che nel 2022, con 85 suicidi, si è toccato il record degli ultimi vent’anni. “Per promuovere occasioni di rieducazione – ha aggiunto – occorre sviluppare politiche territoriali capaci di dar vita a percorsi nei quali le Regioni devono farsi parte attiva. Da esse, infatti, dipendono per esempio l’assistenza sanitaria e le politiche sociali e del lavoro. Fondamentale, inoltre, è la capacità della società civile di accogliere e di aiutare i detenuti a reinserirsi”.
Emilia Rossi, membro del collegio del Garante nazionale ha evidenziato “la presenza di gravi carenze, soprattutto in ambito sanitario, dove le Regioni, concordando linee comuni in Conferenza delle Regioni, potrebbero essere decisive. Regioni, enti territoriali e società civile possono inoltre offrire un importante contributo in tema di opportunità di vita, di reinserimento lavorativo, di istruzione e formazione a chi esce dal carcere”.
“Va infine preso atto – ha concluso Rossi – che il rischio suicidario aumenta nel momento del rientro in società, una disperazione comune a molti ex detenuti, legata al mancato inserimento nella vita reale”.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti la vicerettrice dell’Università di Torino, Laura Scomparin, la Provveditrice dell’Amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Rita Monica Russo, Domenico Rossi, consigliere regionale in Piemonte, Gianna Pentenero, assessore al lavoro e attività produttive, polizia municipale e sicurezza. del Comune di Torino, e diversi Garanti comunali.
Un momento della conferenza. Al tavolo, da sinistra: la Componente del collegio del Garante nazionale, Emilia Rossi, il Garante regionale del Piemonte, Bruno Mellano, il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Stefano Anastasìa.