Coronavirus. Carceri. Lazio. Dal Garante 35.000 euro per l’accoglienza dei detenuti ammissibili alla detenzione domiciliare, ma privi di domicilio

Il Garante Anastasìa: “Una evidente ingiustizia che sta falcidiando le domande che sopravvivono a tutte le altre condizioni di inapplicabilità decise dal Governo”.

Il Garante delle persone private della libertà della Regione Lazio ha deciso di destinare 35.000 euro per sostenere le spese alloggiative dei detenuti delle carceri della regione ammissibili alla detenzione domiciliare presso strutture presenti nel territorio della regione e disponibili ad ospitare detenuti senza domicilio e risorse per farvi fronte. La misura si aggiunge a quella già adottata l’11 marzo scorso per consentire ad alcuni detenuti in semilibertà e privi di domicilio di godere del primo periodo di licenza disposto dalla Magistratura di sorveglianza.

“Come prevedibile, l’assenza o l’inidoneità del domicilio proposto dai singoli detenuti sta falcidiando in ultima istanza le domande che sopravvivono a tutte le altre condizioni di inapplicabilità delle misure decise dal Governo per la riduzione della popolazione detenuta durante la emergenza Covid-19. Si tratta, in questo caso, di una condizione che nulla ha a che fare con la pericolosità del richiedente o con la meritevolezza della sua condotta, ma esclusivamente con il suo benessere e le sue relazioni familiari e sociali: se sei solo e senza risorse, resti in carcere, anche se saresti potuto andare ai domiciliari. Una evidente ingiustizia”, dichiara il Garante Anastasìa. “Sarebbero servite ben altre misure per ridurre la popolazione detenuta e servono ben altri interventi da parte della Amministrazioni competenti. Sappiamo che almeno questi ultimi sono allo studio, nel frattempo cerchiamo di evitare che istanze accoglibili da parte della magistratura di sorveglianza siano per questa ragione accantonate o, peggio, rigettate”.