I dati di riepilogo semestrale del Dap sulle dinamiche della popolazione detenuta

Nel primo semestre 2023 si consolida l'incremento costante degli ingressi in carcere, nel Lazio più che nel resto del Paese
Milano - carcere di San Vittore - ora d' aria, i detenuti camminano nel cortile. (foto Francesco Cocco/Contrasto)
Milano - carcere di San Vittore - ora d' aria, i detenuti camminano nel cortile. (foto Francesco Cocco/Contrasto)

Le statistiche di riepilogo semestrale pubblicate alla fine del primo semestre di quest’anno dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della Giustizia consentono di fare il punto sulla situazione e sulle dinamiche della popolazione detenuta con particolare riguardo a:

  • gli andamenti degli ingressi in carcere dalla libertà,
  • le distribuzioni per durata delle pene inflitte e residue,
  • la concessione dei permessi premio.

E’ inoltre di un certo interesse anche l’analisi delle distribuzioni per classi di età e l’andamento dell’età media delle persone detenute che abbiamo analizzato nell’arco di un lustro dal 30 giugno 2018 fino a oggi.

Come rileviamo mese per mese da circa un anno e mezzo, la popolazione detenuta è tornata a crescere in maniera costante. Questa dinamica dipende in gran parte dall’incremento degli ingressi in carcere che nell’ultimo semestre sono cresciuti dello 0,8% in Italia e del 2,4% nel Lazio. Va comunque considerato anche che i numeri risultano ancora inferiori a quelli precedenti la pandemia. Infatti, nel secondo semestre del 2019 gli ingressi in carcere in Italia erano stati oltre 22 mila mentre in questo primo semestre 2023 sono stati poco meno di 20 mila.

In termini relativi nell’intero Paese il maggiore incremento che si è registrato nel semestre appena concluso ha riguardato i detenuti  definitivi (+5,6%) con una prevalenza di coloro che devono scontare pene inferiori a cinque anni (+7,1%) sono invece in diminuzione i numeri di coloro che sono in attesa di giudizio ( -5,8%).

Nel Lazio le dinamiche di crescita risultano più intense sia per quanto riguarda i detenuti con pene inferiori a 5 anni che sono cresciuti del 10%, sia per coloro che devono scontare condanne di maggiore entità che hanno fatto registrare un tasso di crescita del 7,6%. Diminuiscono anche nella nostra regione le persone detenute in attesa di giudizio (-6,5%)

Passando a valutare le presenze dei detenuti in base alla pena residua e prestando particolare attenzione a coloro ai quali mancano meno di due anni da scontare:

  • negli istituiti penitenziari di tutta Italia le persone che si trovano in tali condizioni sono aumentate del 4,2%;
  • nel Lazio l’incremento è stato molto più consistente e pari al 10,4%.

Purtroppo, le procedure e le azioni messe in atto dalla magistratura di sorveglianza, in accordo con l’amministrazione, durante il periodo pandemico, che avevano prodotto una significativa riduzione delle persone che si trovano in una condizione di attesa inferiore ai due anni dalla fine pena, non hanno trovato quel consolidamento necessario per rendere più strutturale una maggiore facilità d’accesso alle misure alternative alla detenzione per queste persone.

Al 30 giugno di quest’anno il numero di persone che, almeno in parte, potrebbero avere accesso a misure alternative e a programmi di reinserimento nei mesi immediatamente precedenti la fine del periodo detentivo è quasi pari a 1.900 unità e rappresenta il 30,8% dell’intera popolazione detenuta della regione.

Va poi considerato che nella configurazione di un quadro che illustra la tendenza a un sempre maggiore ricorso alla detenzione e alla chiusura verso il mondo esterno può rappresentare un ulteriore elemento di conferma il fatto che a fronte in un aumento dei numeri dei detenuti presenti si è registrata anche una diminuzione dei permessi premio erogati: sono, infatti, passati dai 623 del secondo semestre 2022 ai 589 dei primi sei mesi di quest’anno.

Quanto ai dati relativi alle distribuzioni per età dei detenuti e delle detenute presenti negli istituti penitenziari si conferma la traiettoria di invecchiamento costante della popolazione detenuta che rappresenta uno dei sintomi della progressiva cronicizzazione della condizione di reclusione e di marginalità delle persone inserite nel circuito detentivo: tra il giugno 2018 e il giugno 2023 l’età media dei detenuti in Italia è passata da 38 a 40 anni e due mesi, nel Lazio da 37 e tre mesi a 40 e 4 mesi.

Guardando, infine e in particolare, alle distribuzioni percentuali dei detenuti per fasce di età e confrontando la situazione attuale con quella che si registrava cinque anni fa il principale elemento da sottolineare riguarda l’incidenza delle persone con più di 45 anni: è del 41,8% attualmente sia in Italia che nel Lazio mentre era rispettivamente del 35,4% e del 37% nel giugno del 2018.  Va anche segnalato che attualmente negli istituti di pena della nostra regione vi sono oltre 100 detenuti ultra settantenni (in Italia oltre 1.000) .

grafici su dati dap semestrali GIUGNO ’23

 


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