Secondo i dati pubblicati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) venerdì 5 dicembre e riferiti alla situazione di fine novembre, i detenuti presenti in tutta Italia erano 63.868 mentre nel Lazio 6.702.
Come già anticipato il primo dicembre sulla base di una nostra rilevazione diretta su tutte le schede di trasparenza degli istituti penitenziari del Paese, a fronte di una capienza ufficiale dichiarata di 51.275 posti se ne registrano oltre 5.000 non disponibili a causa di carenze strutturali e inagibilità emergenti in più di 100 strutture distribuite in tutti i territori della Penisola.
Considerando quindi una capienza effettiva pari a 46 mila posti in Italia e 4.485 nel Lazio, i tassi effettivi di affollamento hanno raggiunto il 139% nell’intero Paese e il 149% in regione.
Rispetto all’inizio del 2025 la popolazione detenuta è cresciuta di circa 2.000 unità in tutto il Paese. Tale valore corrisponde a un tasso di crescita del 3,1%.
In regione, invece, i numeri di fine novembre sono sostanzialmente simili a quelli registrati a inizio anno ma bisogna però considerare che nel mese di ottobre si è reso necessario trasferire fuori regione un numero consistente di detenuti sfollati dal carcere di Regina Coeli a causa del crollo di una parte del tetto della seconda rotonda.
Il Lazio risulta comunque tra i territori che presentano i più alti tassi di affollamento accanto ad altre cinque regioni (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia Puglia e Basilicata) nelle quali si registrano indici superiori al 150%.
Parallelamente e in combinazione agli incrementi della popolazione detenuta va registrato anche il trend crescente dei numeri delle persone sottoposte e misure penali restrittive della libertà personale alternative al carcere che, a metà del mese di novembre, ha superato la soglia delle 100.000 unità attestandosi al 100.699 in tutta Italia: circa 7.000 in più da inizio anno.
Nel Lazio le persone che si trovano in queste condizioni sono 7.535; a fine dicembre dello scorso anno erano 6.325.
In termini percentuali l’incremento è stato del 7,7% nell’intero Paese e ben del 19% in regione.
Occorre considerare che tali incrementi risultano piuttosto anomali alla luce dei dati del Ministero dell’Interno, elaborati dal Censis e presentati venerdì 5 dicembre nel ‘Rapporto sulla situazione sociale del Paese’, dai quali emerge che nel primo semestre del 2025 si è registrata una diminuzione complessiva del 5% dei reati denunciati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Infine un’annotazione sulle presenze dei detenuti stranieri che, in tutta Italia, hanno mostrato una traiettoria molto simile a quella dell’intera popolazione detenuta. In un anno il numero dei detenuti stranieri si è incrementato del 2,6%. Conseguentemente non si è di fatto modificata la loro incidenza che, attualmente, risulta essere del 31,6% mentre un anno fa era del 31,8%.
In sostanza, quindi, non sembrano, almeno per il momento, avere sortito effetti degli di nota gli impegni dichiarati lo scorso anno da parte di diversi esponenti del Governo in carica per ottenere la possibilità di “eseguire nei Paesi di provenienza dei detenuti condannati le sentenze penali italiane”.


